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LE FEDI NUZIALI
La parola in lingua italiana “anello”, deriva la sua etimologia dal
termine latino “anellus”, diminutivo di “anus” che, appunto, vuol
dire cerchio.
Simbolo di amore eterno e duraturo, l’anello rappresenta,
idealmente, la vita che si rinnova e che ricominciando, giorno dopo
giorno, si ratifica e fortifica nel tempo. Per tale nobile motivo
quindi, l’anello è stato scelto quale simbolo principale dell’unione
materiale e spirituale dei novelli sposi, che ricongiungono le
proprie anime, al cospetto di Dio e della Legge.
Ornamento di origini antichissime, esso si è infatti perpetrato nei
meandri della storia ergendosi addirittura ad emblema dello status
sociale delle persone, sino a consacrarsi, in modo definitivo, quale
simbolo di legame indissolubile nelle varie tradizioni legate al
matrimonio, rappresentando, nella sua perfezione sferica, l’unione
dell’esistenza di due persone realmente innamorate, in una sola.
Nato come ornamento fregiato da cammei ed incisioni presso gli
antichi greci, come talismano presso gli egizi, come simbolo di
potere, autorità e possesso della donna avuta in moglie presso i
popoli germanici, nel mondo romano, l’anello assunse altresì
significato di unione entrando, in tal modo, nei sodalizi coniugali
in ossequio alla credenza che imponeva di indossare l’anello
all’anulare sinistro in quanto direttamente collegato alla vena
principale del cuore, vena detta, appunto, “vena amoris”. Tale
credenza inoltre, è stata successivamente avvalorata da una
motivazione religiosa che ha contribuito, con l’avvento del
cristianesimo, a radicarla nelle celebrazioni officiate con rito
cristiano, ed a consolidarla nel suo significato intrinseco.
Attualmente, dell’antico rito cristiano, è rimasto assolutamente
invariato il significato rituale e recondito di questi due semplici
“cerchietti in oro” che, in virtù delle loro forma tondeggiante e
perfetta nonché, dei materiali preziosi con cui vengono realizzati,
intendono confermare la nobile qualità della reciproca promessa e
richiamare appunto, l’assoluta indissolubilità dell’unione
coniugale. Compresa dunque la piena valenza simbolica delle fedi
nuziali e l’importanza del loro reciproco scambio, apparirà forse
superfluo ma, a nostro avviso per nulla scontato, sottolineare che,
la scelta di tali anelli, spetta irrinunciabilmente ai futuri sposi
e che, tale piacevole incombenza, non dovrebbe delegarsi a nessun
altro, al di fuori della coppia. Sono pertanto i fidanzati che,
insieme, la scelgono (anche se poi l’acquisto, spetterà,
rigorosamente, al futuro sposo!) proprio perché,si tratta di un dono
reciproco che dovranno portare entrambi al dito assecondando i
propri gusti e le proprie preferenze, sia per quanto riguarda la
forma, sia per quanto concerne i materiali. Infatti, in questo
campo, non esistendo scelte obbligate, non è necessario attenersi i
canoni classici o quelli del desing più attuale, potendo di
conseguenza spazzare dalle fedi più tradizionali (e, per questo,
ricche di fascino perché senza tempo e, al di là del tempo), alle
possibili variazioni sul tema, alle re-interpretazioni storiche
come, ad esempio, la fede romana, o ancora, la fede ebraica (in
filigrana smaltata e ornata di perline),
la fede etrusca (piatta e
decorata da incisioni bene augurali) o, infine, la fede ossolana (a
fascia, in oro rosso, recante incisioni simboliche che rappresentano
purezza, prosperità, perpetuità dell’unione, prolificità) e la fede
etnica (come la fede egiziana o germanica). E’ naturale però che
queste variazioni avranno senso soltanto se inserite in un
determinato contesto nuziale in quanto, prescindendo dall’intero
stile della cerimonia, non avrebbero alcun senso. Il nostro
consiglio quindi, è quello di affidarsi alla tradizione che indica,
tra le fogge più diffuse, i modelli principali:
• La “francesina”: è la “regina delle fedi”, molto
sottile e leggermente bombata;
• La “mantovana”: è la fede piatta, a fascia larga, più alta
e, solitamente più pesante;
• La fede piatta;
• La “tradizionale”: è la fede mezzatinta, dall’arco un
po’ più schiacciato;
• La “fede incrociata”: è la fede a più cerchi, dal
desing più moderno;
• La “fede classica”: è la fede estremamente semplice,
ma comunque molto raffinata, a fascia, con i bordi smussati.
Vi sono due possibili varianti ai modelli di fede nuziale
tradizionali:
1. La Prima, ha il sapore antico di anelli d’epoca preziosi e datati
che possono essere adattati in occasione della celebrazione del
matrimonio;
2. La Seconda, adatta alle sposine più giovani e trandy, è
costituita dalla moda di farsi tatuare sulla pelle (naturalmente, da
un esperto professionista del tatou!), proprio la fede nuziale
avendo, però, cura di scegliere bene il disegno desiderato per non
rischiare, successivamente, di pentirsi di una scelta avventata
dettata, magari, dall’euforia del momento e dalla passione per il/la
ns Lui/Lei che non ci urla altro che di dimostrargli/le, tutto il
nostro grande amore!
3. L’arte orafa contemporanea ha creato poi una fede ancor più
preziosa destinata, esclusivamente alla sposa nella quale, si può
incastonare un piccolo diamante ed al quale, successivamente, se ne
potranno aggiungere ulteriori nei successivi anniversari a simbolo
dei gloriosi traguardi, negli anni, raggiunti insieme.
Per quanto invece riguarda i vari materiali utilizzati per la
lavorazione delle fedi nuziali, si possono considerare,
tranquillamente,tutte le diverse varianti dell’oro: oro giallo, oro
verde, oro rosso, oro bianco e, naturalmente, il platino che, senza
dubbio, è tra tutti, il metallo più puro, più prezioso, più raro e
al tempo stesso, più resistente: un tempo prediletto da sovrani e
divi del cinematografo ed oggi di gran moda anche tra le persone
comuni che, in occasione del proprio matrimonio, vogliono “osare il
massimo” proprio perché eretto emblema di un “unione a prova di
tempo”. Le fedi in platino sono le più esclusive; estremamente
sobrie e raffinate, facilmente indossabili sia da lui che da lei. La
cosa più importante è affidarsi ad un gioielliere di fiducia che
possa garantirne l’autenticità del marchio originale (Pt 950).
All’interno delle fedi,naturalmente ammessa l’incisione dei nome
degli sposi e la data del matrimonio, in ossequio ad un’antica
usanza che, risale addirittura al Settecento.
La grammatura deve essere compresa sempre tra i 3 ed i 16 grammi per
non oltrepassare, pericolosamente, i limiti del buon gusto ma anche
per non esagerare anche nel prezzo considerato che l’oro va venduto
“a peso” e che, le possibili variazioni di costo non sempre
dipendono dalla lavorazione della vera ma, il più delle volte, dal
nome della gioielleria prescelta, più o meno celebre, che potrà
creare per gli sposi che le desiderino, anche creazioni artigianali
e perciò uniche, modelli depositati dei quali, naturalmente, si paga
anche l’ “originalità”!
Per quanto infine riguarda il trasporto in chiesa delle fedi, l’iter
da seguire al fine di evitare imbarazzanti smarrimenti o
dimenticanze, è dato dalla consegna al testimone principale
(preferibilmente, quello maschio); spetta invece alla mamma della
sposa il compito di fornire al futuro genero il famoso cuscinetto
porta fedi sul quale, le fedi verranno annodate con un nastro in
raso, e che, i teneri paggetti, condurranno all’altare
(consegnandole al sacerdote, in attesa della benedizione), al
cospetto dei nubendi. Il cuscinetto può essere confezionato nello
stesso tessuto dell’abito della sposa, ed essere fregiato da inserti
in pizzo; le forme possono essere le più svariate: per i matrimoni
più eccentrici, ad esempio, si può ricorrere ad una struttura in pvc
o in plexiglass o, ancora, per i mesi invernali, si possono
utilizzare confezioni in lana con colorazioni e nuances intonate al
bouquet.
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